Alterazioni genomiche nel colangiocarcinoma intraepatico (CCI)

Fusioni FGFR2: 10–16%^2-5

• Rilevate quasi esclusivamente nel colangiocarcinoma intraepatico (CCI)^1,4
• Guidano la crescita tumorale del CCI per mezzo di un’attività recettoriale ligando-indipendente, che porta a un’iperattività di segnalazione e contribuisce a una serie di processi tumorigeni^7-9
• Rilevabile precocemente nella progressione della malattia, aumenta l’importanza di identificare tali alterazioni nei pazienti al momento della diagnosi¹⁰

Mutazioni IDH: 18–36%^2,6

• Mutazioni somatiche negli enzimi metabolici che interessano fondamentalmente la regolazione epigenetica oltre che differenziazione e metabolismo cellulare^8,11

Altro:

Mutazioni KRAS: ~9–24%¹²

• Mutazioni attivanti del proto-oncogene che codifica una proteina appartenente alla famiglia delle GTPasi^8,13

Mutazioni BRAF: ~3–7%¹²

• Mutazioni attivanti nella cascata di trasduzione del segnale che influisce su proliferazione, secrezione e differenziazione cellulare^8,13

Stato MSI-H: <1–10%^1,12

• Sebbene non si tratti di una singola alterazione genomica, lo stato MSI-H riflette una propensione alla mutazione dovuta ad anomalie della sequenza del DNA. Può essere identificata dall’espressione di geni come MLH1, PMS2, MSH2 e MSH6^14,15

Fusione NTRK: <1%¹⁶

• Le proteine di fusione NTRK chimeriche promuovono l’oncogenesi per mezzo dell’attivazione costitutiva senza ligandi delle vie biologiche intracellulari e le cascate di trasduzione del segnale che controllano progressione, proliferazione, apoptosi e sopravvivenza del ciclo cellulare¹⁷

Mutazioni EGFR: ~1.5–2%¹²

• L’attivazione EGFR porta all’attivazione a valle della proteina chinasi attivata dal mitogeno, una via di segnalazione oncogena ben nota¹⁸